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SECONDA CONSEGNA

CARTOLINE DA…

1 INCONTRO GRUPPO BASILICO 27 MAGGIO 2025

Vi propongo questa scrittura. "Una cartolina da.."
Raccontate uno dei vostri luoghi preferiti. Qualsiasi tipo di luogo. Non pensate solo ad un luogo della vostra città o del vostro paese. Spostate lo sguardo dal grande al piccolo. Può essere una collina o una spiaggia, una vetta o una piazza, ma potrebbe anche essere un angolo del vostro giardinoo della vostra casa o una poltrona. Qualsiasi luogo. E presentatelo qui con una foto e poche righe.

Tracciate una linea su un foglio A4 messo in posizione orizzontale. La linea sarà la vostra linea temporale, che parte dalla vostra nascita e arriva al nostro presente.

Individuate lungo la linea alcuni momenti relativi a grandi attese. Le attese percepite in famiglia, con le quali siete cresciute, le attese riguardanti grandi cambiamenti: l’amore, gli studi, il lavoro, i viaggi, l’autonomia, il miglioramento delle vostre condizioni di vita.

Delle 19 donne iscritte al gruppo erano assenti soltanto 3, quindi grazie a chi è riuscito a partecipare e dispiaciuta per le assenti, con la speranza di rivederci al prossimo incontro. Una delle iscritte ha dovuto lasciare per problemi personali. 

I due incontri previsti possiamo considerarli dei piccoli momenti di scrittura che hanno la funzione di sbloccare – per chi avesse poca dimestichezza con questo mezzo – o riattivare i processi di narrazione di sé.

La domanda lecita potrebbe essere: ma se io decido di raccontare la storia di un’altra donna perché devo lavorare sulla mia storia personale? Partendo dal presupposto che in questi incontri non avremo modo di lavorare sulla nostra storia personale, secondo i canoni che sono previsti di solito all’interno di un laboratorio di scrittura autobiografica, composto al massimo di una dozzina di persone e sviluppato in un periodo molto più lungo, la risposta è che io non posso chiedere ad un’altra persona di parlare di sé, se non sono in grado di raccontare di me.

Accogliere una storia esige il massimo rispetto e ascolto in un clima di cura reciproca. E per comprendere la fatica, il pudore, la complessità della narrazione dell’altra, dobbiamo aver vissuto quella stessa fatica su di noi. Così possiamo assumerci la responsabilità di toccare con mano la storia dell’altra, prendendo le misure fatte anche di silenzi, di non detti per saperli leggere e affrontare. Perché quei silenzi sono anche nostri, quel pudore ci appartiene e conosciamo la fatica della narrazione. Anche se la storia che raccontiamo dovesse riguardare una persona che non c’è più. 

Fatta questa premessa, sulla quale sicuramente avremo occasione di tornare, siamo entrate direttamente nel tema con una consegna.

Il tempo che si dipana nell’arco della vita attraversa diverse fasi. Fasi che abbiamo attraversato tutte, anche se per qualcuna di noi questo tempo è molto più vicino. Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e da questa all’età adulta. 

Quando diventiamo adulti?

“E’ la scelta che ci rende adulti. L’esperienza della frattura, del cambiamento, del rinnovamento. Il bisogno di mettersi alla prova, di rischiare, di trasgredire” Cit. Duccio Demetrio Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sè

Prima Consegna: La prima volta che mi sono sentita adulta. L’ultima volta che non mi sono sentita adulta.

Un tema che attraversa tutta la macroarea del Tempo è sicuramente il tema dell’Attesa. 

Attesa: il tempo trascorso nell’aspettare. Lo stato d’animo di chi attende il realizzarsi di qualcosa conforme alle proprie aspettative. Cit Dizionario.

L’attesa che si carica di aspettative, speranze, paura, preoccupazione, gioia e felicità.

Seconda Consegna: Tracciate una linea su un foglio A4 messo in posizione orizzontale. La linea sarà la vostra linea temporale, che parte dalla vostra nascita e arriva al nostro presente.

Individuate lungo la linea alcuni momenti relativi a grandi attese. Le attese percepite in famiglia, con le quali siete cresciute, le attese riguardanti grandi cambiamenti: l’amore, gli studi, il lavoro, i viaggi, l’autonomia, il miglioramento delle vostre condizioni di vita.

In un altro foglio immaginate di scomporre quella linea in piccoli, piccolissimi segmenti e pensate alle piccole attese. Aspettare il caffè che sale al vostro risveglio, la cottura di un dolce nel forno, aspettare alla fermata del bus, della metro, del treno, in coda al supermercato, dal dottore, il proprio turno durante una partita a carte. Entrate nel piccolo, osservate ciò che accade intorno a voi e dentro di voi. 

Condividete con noi un racconto relativo alle grandi attese e uno riguardante le piccole attese. Le altre scritture serviranno a voi e vi accompagneranno in questo periodo. Ricordate di condividere anche la scrittura sull’adultità.

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